Federalismo contro il dominio dei mercati obbligazionari 

Sir Antony Giddens
Sociologo inglese, 1938

Per dirla senza giri di parole, una soluzione federale di qualche tipo, anche se minimalista, non solo è di nuovo all’ordine del giorno, ma rappresenta un’esigenza imprescindibile per un futuro relativamente prossimo. Federalismo: niente provoca l’ira degli euroscettici più di questo. Gli euroscettici si presentano sotto diverse sfumature, ma quasi tutti si preoccupano del “dominio di Bruxelles”. Eppure non sembrano preoccuparsi affatto del dominio dei mercati obbligazionari, molto più distanti e impersonali. Non sembrano preoccuparsi del fatto che l’immigrazione verso l’Europa potrebbe essere molto più difficile da disciplinare rispetto ad oggi. Non sembrano preoccuparsi della possibilità di un risveglio di gravi conflitti nazionali. Non sembrano preoccuparsi del fatto che se l’Ue scomparisse o si sbriciolasse, quello che rimarrebbe sarebbe un mondo del G2, comandato dagli Stati Uniti e dalla Cina.

La maggior parte delle preoccupazioni circa il federalismo riguarda la perdita della sovranità nazionale […] Ma non si può cedere qualcosa che in gran parte è già perduto. Il potere dei singoli paesi nell’arena globale è debolissimo […] Collaborando, gli stati membri dell’Ue acquistano una maggior influenza reale nel mondo di quanto potrebbero fare come singoli attori.

La questione della leadership è un buon punto di partenza. Per me significa, come molti altri hanno sostenuto di recente, l’elezione diretta di un presidente europeo. E’ la strategia migliore per unire la leadership alla legittimazione popolare. L’elezione diretta rappresenta il solo modo per rispondere pienamente alla famosa domanda di Henry Kissinger “chi devo chiamare se voglio parlare con l’Europa?””.

Giddens – pag. 17, 18

Giddens – pag. 39

Resta Aggiornato

Iscriviti alla newsletter